Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
come si stava a' tempi di repubblica, faceva un quadro non troppo giulivo della felicità di quell'epoca. - E poi, - disse un giorno, - senza che
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prete con un occhio che per un momento tornò pieno di vita, disse: - La volete sapere, caro sor canonico?... Se moro... addio... gli perdono... e non
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, mi disse: - Vedi, Massimo, se qualcuno ti dà fastidio... una parola a Venanzio... è fatta! - E non era figura di rettorica: Dio ne guardi gli avessi
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all'ora. Quando tornai, il sor Checco mi disse qual era la situazione ai diversi piani della casa. Quanto a me, avevo una coscienza pura da bersi in un
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saprebbe insegnare dove stia di casa un bell'argomento? Mi disse giorni sono un amico, che un giornale abbastanza cortese per far caso della mia penna
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un altro distintivo. Fu il primo che mi commettesse un lavoro. Mi trovò un giorno, e mi disse che in una cappelletta posta appié della scesa che dal
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disse una volta: - Come fai a regge lo sole? - Ajo lo capo piú duro dello teo - risposi; e molto mi ringraziò della spiegazione. A proposito del caldo